Gli integratori alimentari a base di curcuma sono stati ‘scagionati’ dai ricercatori. Le analisi effettuate sui campioni dei prodotti correlati ai casi di epatite da curcuma – registrati recentemente in Italia – hanno “escluso la presenza di contaminanti o di sostanze volontariamente aggiunte quali possibili cause del danno epatico”.
Ad annunciarlo è direttamente il ministero della Salute, al termine delle indagini condotte su 22 casi di epatite colestatica segnalati, dopo l’assunzione di integratori alimentari contenenti estratti e preparati di Curcuma longa, e, in un caso, dopo il consumo di Curcuma stessa sotto forma di polvere.
Le analisi effettuate sui campioni dei prodotti correlati ai casi di epatite hanno dunque escluso la presenza di contaminanti o di sostanze volontariamente aggiunte quali possibili cause del danno epatico.
Alla luce di tali elementi acquisiti, “si è deciso di adottare una specifica avvertenza per l’etichettatura degli integratori in questione, volta a sconsigliarne l’uso a soggetti con alterazioni della funzione epato-biliare o con calcolosi delle vie biliari e, in caso di concomitante assunzione di farmaci, ad invitare comunque a sentire il parere del medico”, prosegue il ministero.