Le malattie cardiovascolari sono ad oggi, causa principale di morte nel mondo per gli adulti di mezza età (con una percentuale di circa il 40% dei decessi). Ma nei Paesi ricchi emerge poi, che la frequenza dei decessi per tumore è raddoppiata rispetto a quella per le malattie cardiovascolari.
La nuova «transazione epidemiologica» emerge da uno studio internazionale pubblicato su The Lancet, presentato in occasione del Congresso della European Society of Cardiology in corso a Parigi.
Lo studio in questione, condotto presso il Population Health Research Institute (PHRI) della McMaster University e Hamilton Health Sciences ad Hamilton, in Canada ha coinvolto 162.500 adulti di 35-70 anni, provenienti da 21 paesi a basso, medio e alto reddito, e seguiti per un periodo di 9,5 anni, facendo emergere che complessivamente le malattie cardiovascolari rappresentano la causa più comune di morte (dando conto del 40% dei decessi in media), ma con un minimo del 23% nei paesi ricchi al 41% nei paesi a medio reddito, fino ad arrivare al 43% nei paesi poveri, sebbene i fattori di rischio cardiovascolare (obesità, fumo, sedentarietà ) siano maggiori nei paesi più ricchi.
I tumori rappresentano la seconda causa di morte (il 26% dei decessi), andando però da un massimo del 55% nei paesi ricchi, 30% dei decessi nei paesi a medio reddito e 15% in quelli poveri. «Il fatto che nei paesi ricchi i decessi per tumore siano divenuti il doppio più frequenti di quelli per le malattie cardiovascolari – spiega l’autore principale dello studio Salim Yusuf – indica una transizione nelle cause predominanti di morte. Siccome le malattie cardiovascolari si riducono in molti paesi grazie alla disponibilità di migliori trattamenti e alla prevenzione (statine per abbassare il colesterolo e altri medicinali per abbassare la pressione) – continua – ancora oggi la mortalità per tumore che diverrà molto probabilmente la principale causa di morte per gli adulti di mezza età in futuro».
Servono dunque nuovi e maggiori sforzi per combattere e sconfiggere il cancro, concludono gli autori, e contemporaneamente, sarà anche necessario trasferire i traguardi raggiunti contro le malattie cardiovascolari anche ai paesi a medio e basso reddito.