Il 19 ottobre si celebra la Giornata europea della depressione.
“Tra 20 anni sarà più diffusa di cancro e Aids, oggi è la seconda malattia causa di disabilità e morte dopo le malattie cardiovascolari. dice la psicoterapeuta, Presidente Eurodap Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico Paola Vinciguerra. La depressione troppo spesso viene sottovalutata, invece deve essere trattata al pari di qualunque altra patologia: colpisce di più le donne e per superarla non basta la forza di volontà”.
In Italia, secondo le ultime stime, a soffrire di depressione sono circa 3 milioni di persone e, di questi, più della metà è donna. La depressione è un disturbo psichico caratterizzato da un bassissimo tono dell’umore che si protrae per la maggior parte della giornata, al di là degli eventi esterni.
“Questo stato di tristezza perenne è accompagnato da malumore, pensieri negativi verso se stessi, gli altri e il futuro. Il Black dog, come lo hanno imparato a chiamare gli americani, è un cane nero che ti fa sempre compagnia, che ti succhia l’energia vitale impedendoti di vivere a pieno la vita come un tempo – afferma l’esperta -. Chiedere aiuto, per chi ne soffre, può essere molto difficile in quanto si crede che nessuno possa comprendere la propria condizione e quando lo si riesce a fare difficilmente si ricevono le cure adeguate. Ciò non toglie che bisogna sempre consultare un esperto in caso di sospetta depressione e iniziare immediatamente una cura prima che questa si cronicizzi”.
Gli studi epidemiologici attestano che la depressione colpisce le donne in misura doppia rispetto agli uomini per motivi come questi: “Di ordine culturale, in quanto la donna ha una maggiore facilità a denunciare il proprio malessere; motivi di ordine sociale, legati alle frustrazioni e alle ancora elevate difficoltà che molte donne incontrano nella loro realizzazione in ambito lavorativo; motivi di ordine biologico, legati alle tempeste ormonali cui l’organismo femminile viene sottoposto (cicli mestruali, gravidanze, menopausa) e che possono favorire lo sviluppo di crisi depressive”, aggiunge Vinciguerra.
Secondo la psicoterapeuta “nonostante l’evoluzione della condizione della donna oggi una su cinque soffre di depressone e si tratta soprattutto di casalinghe. Recenti ricerche hanno dimostrato che le donne soffrono prevalentemente di sindromi ansiose (attacchi di panico, sindrome ansioso-depressiva, ansia generalizzata), di disturbi depressivi, di sindromi da disadattamento in una percentuale che si aggira intorno al 39,4%”.
“Non è possibile superare una crisi depressiva con la volontà. Durante una crisi depressiva, proprio a causa della malattia, il soggetto ha a disposizione una scarsissima quantità di energia psichica, a volte appena sufficiente per andare avanti. Dobbiamo tenere presente che, per definizione, la volontà è la quantità di energia psichica di cui un soggetto dispone: risulta quindi evidente che un depresso, già con poca energia psichica, non possa far leva su di essa per superare lo stato depressivo”, conclude l’esperta.