Arrivano le raccomandazioni da parte dell’assessore alla Sanità della Regione Lombardia, Giulio Gallera, per i casi accertati odierni di Coronavirus.
I cittadini di Codogno, Castiglione d’Adda e Casalpusterlengo non devono uscire da casa. I tre paesi, rischiano di trovarsi in isolamento. “Si invitano tutti i cittadini di Castiglione d’Adda, di Codogno e Casalpusterlengo, a scopo precauzionale, a rimanere in ambito domiciliare e ad evitare contatti sociali“, è la richiesta avanzata dall’assessore alla Sanità della Lombardia, Giulio Gallera dopo la conferma di 6 contagi da coronavirus – marito e moglie incinta e un loro conoscente – residenti nei due paesi del Lodigiano. I sindaci Costantino Pesatori, Francesco Passerini e Elia Delmiglio sono stati convocati d’urgenza in Regione per affrontare l’emergenza e stabilire le misure di isolamento e prevenzione.
Da parte di Gallera è giunto anche l’invito a “non recarsi in Pronto Soccorso” nel caso in cui si avvertano sintomi riconducibili a virus partito dalla Cina. Gallera ne ha parlato in diretta streaming poco fa durante la conferenza stampa che si è tenuta alla Regione Lombardia con il governatore Attilio Fontana.
“Per coloro che riscontrino sintomi influenzali o problemi respiratori l’indicazione perentoria – ha spiegato Gallera – è di non recarsi in pronto soccorso, ma di contattare direttamente il numero 112 che valuterà ogni singola situazione e attiverà percorsi specifici per il trasporto nelle strutture sanitarie preposte oppure ad eseguire eventualmente i test necessari a domicilio”.
E’ attiva da giovedì sera, ha proseguito ancora l’assessore, una task force regionale che “sta operando in stretto contatto con il Ministero della Salute e con la Protezione Civile”. La “maggior parte” dei contatti delle persone risultate positive al Coronavirus “è stata individuata e sottoposta agli accertamenti e alle misure necessarie”.
Il presidente dell’Ordine dei Medici di Lodi, Massimo Vajani, spiega che “da questa mattina siamo bombardati dalla chiamate dei colleghi medici di famiglia” che “sono allarmati” per i casi di coronavirus e “vogliono sapere che cosa devono fare”. Al momento, infatti, aggiunge “ancora non sono nulla di preciso” mentre “quando ci fu il pericolo Sars furono distribuite anche a noi le mascherine. Aspettiamo che qualcuno dalla prefettura ci convochi per capire” il da farsi. “Ora ad esempio – conclude Vajani – devo andare a visitare una ragazza con febbre e non ho la mascherina, nessuno ci ha dotato di questi strumenti”.
Intanto “Sono stati già effettuati tutti gli accertamenti diagnostici necessari sui medici, gli infermieri e i pazienti dell’ospedale di Codogno (Lodi) dove si è presentato il paziente, poi riscontrato positivo al coronavirus. Abbiamo tutti i tamponi già pronti”. Ha aggiunto ancora l’assessore alla Sanità di Regione Lombardia, Giulio Gallera, raggiunto telefonicamente da Rainews.
Il pronto soccorso chiuso a scopo precauzionale. “I reparti interessati dagli accertamenti sono anche la terapia intensiva e la medicina interna – ha aggiunto Gallera – mentre gli altri funzionano normalmente”.