Amati o criticati, elogiati o denigrati, da chi vedeva in loro un mezzo di allontanamento dalla realtà sono diventati i veri protagonisti di questo distanziamento sociale, che hanno fatto della realtà un unico canale da percepire tramite la moderna tecnologia.
Grazie a un semplice fatto: hanno il potere di collegare il mondo senza contagi!
Zuckerberg, il fondatore di Facebook a fine marzo affermava con preoccupazione che il server di Whatsapp e Messanger rischiavano il collasso. A causa del “distanti ma uniti” le maggiori piattaforme di messaggistica dovute dall’incremento di messaggi, chiamate e videochiamate stavano correndo il rischio di fondersi.
Come apprendiamo da una comunicazione arrivata direttamente dall’azienda Facebook, e firmata dai vicepresidenti Alex Schultz e Jay Parikh il tempo trascorso attraverso le “App” è aumentato del 70% , le visualizzazioni “live” di Instagram sono raddoppiate in sola settimana, la messaggistica è aumentata del 50%, sostengono poi, “stiamo facendo tutto il possibile per mantenere le nostre app veloci, stabili e affidabili”. E che “mentre questa crisi globale della salute pubblica avanza e più persone sono fisicamente separate dalle loro comunità, ci aspettiamo che le persone continueranno a fare affidamento sui nostri servizi per rimanere in contatto durante questo periodo e speriamo che queste connessioni rendano più facile per le persone rimanere a casa”.
Affermarono addirittura che il picco dell’utilizzo di questi “social” aveva superato di gran lunga quello delle giornate imprescindibili per la società contemporanea, ovvero capodanno, natale e varie festività. Il mondo all’improvviso è iniziato a passare interamente attraverso le “App”. Ma questo mondo sembra essere cambiato.
La vita patinata dei Vip e degli “influencer” non interessa più, capire come passare questo interminabile tempo a casa ha messo in ombra l’ultimo modello di borsa, come indossare un vestito o conoscere gli eventi modaioli delle star. La ricetta dei biscotti della nonna ha superato quella per una vita da “very important people”. Le persone, in questo momento così difficile per l’umanità, hanno il bisogno di sentirsi parte di una guerra comune, e molto spesso quando le star hanno pubblicato video dalle loro case lussuose, come è successo a Jennifer Lopez che quando ha postato un video dalla sua villa a Miami, i “follower” si sono sentiti offesi e hanno risposto con un messaggio poco carino “Vi odiamo tutti”.
Adesso i “social” sembra che stiano diventando lo specchio di qualcosa di ben più importante dell’ultimo paio di scarpe uscito sul mercato. Lo specchio dei sentimenti forse, quei sentimenti tanto nascosti dalla società di oggi dell’ostentazione, la “società della performance” così come viene definita da due filosofi Andrea Colamedici e Maura Gancitano nel loro libro appunto La Società della performance, come uscire dalla caverna. Sentimenti comuni a tutti. Paura per il futuro incerto, rabbia, ma anche e soprattutto empatia verso il prossimo, coraggio, voglia di ricominciare, di aiutarci l’un l’altro, di sentirci uguali e parte di un problema che coinvolge tutti.
Attraverso le reti sociali, le persone riescono a sentirsi un po’ meno sole, a vedere la sorella che abita in un altra città, la mamma che magari sta nel proprio paese ma che non può essere raggiunta a causa delle misure restrittive, gli amici. Spesso colpevolizzati perché con essi la popolazione comunicava solo dietro un telefono ed esprimeva un sentimento con una semplice “emoticon”, adesso, nella solitudine delle proprie case, ricevere quella “emoticon” dà il conforto a molte persone e permette di avere un confronto con il mondo esterno, raccontare le proprie giornate a tutte quelle persone a cui teniamo ma che mai come in questo periodo sono così lontane da noi.
Vengono usati per scambiare ricette, opinioni su un libro da leggere, riflessioni sul futuro incerto, su tutto quello che succede fuori dalle abitazioni ma che noi non possiamo vedere. Soprattutto per chi non lavora, per chi è solo, vedere una persona cara attraverso una videochiamata può aiutarlo ad affrontare meglio la giornata.
Pensate come avremmo vissuto tutto questo senza… molti esseri umani avrebbero affrontato comunque le loro giornate nei migliori dei modi, ma altre forse avrebbero sfiorato la depressione, si sarebbero sentite abbandonate in questa guerra che non vede il nemico.
Che ruolo avranno i “social” nelle nostre vite quando torneremo alla vita di tutti i giorni? Questa distanza forzata ci farà davvero capire l’importanza delle relazioni umane reali “la dimensione più sacra e pura dell’esistenza” e non virtuali?! Saranno per noi un insegnamento o continueremo a dare importanza a una mera imitazione di noi stessi espressa unicamente tramite l’esibizione di sé?!
di Francesca Curri