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L’emergenza sanitaria COVID-19 è entrata in una fase complessa e delicata di gestione della convivenza con il virus, che accompagnerà i cittadini italiani nei prossimi mesi. I pazienti oncologici e onco-ematologici, che hanno vissuto la prima fase con preoccupazione e in alcuni casi con difficoltà logistico-organizzative di gestione della loro malattia, chiedono ora alle Istituzioni di ridisegnare i percorsi assistenziali, dando priorità alla certezza delle cure, ai percorsi dedicati di accesso alle strutture sanitarie e all’assistenza domiciliare.
Le 30 Associazioni di pazienti oncologici e onco-ematologici del progetto “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere” hanno sottoposto all’attenzione del Ministro della Salute Roberto Speranza e del Viceministro Pierpaolo Sileri una serie di proposte che evidenziano alcuni aspetti di cui tenere conto nell’elaborazione delle prossime raccomandazioni ad opera delle Istituzioni per la gestione dei pazienti con patologia oncologica e onco-ematologica durante le fasi di convivenza con il coronavirus in Italia.

«Ci rivolgiamo alle Istituzioni, come già avevamo fatto all’inizio dell’epidemia, quando grazie al nostro intervento sono state diramate le prime Raccomandazioni, perché l’esperienza della prima fase dell’emergenza deve portare a una riorganizzazione e a una maggiore tutela delle persone che convivono con il tumore – dichiara Annamaria Mancuso, Presidente di Salute Donna onlus e Salute Uomo onlus e coordinatrice del progetto – dalla gestione dell’epidemia durante il lockdown sono emerse diverse criticità sulle quali bisogna intervenire tempestivamente. Attuare percorsi personalizzati; dare una struttura compiuta al registro tumori attraverso investimenti tecnologici che consentano un più efficace conferimento dei dati da parte dei Registri Regionali; incentivare l’assistenza territoriale con promozione della telemedicina e dei programmi di home delivery dei farmaci; potenziare e formare la professione di case manager; incentivare la figura e il valore dello psiconcologo, anello di congiunzione tra paziente-famiglia e struttura sanitaria; pensare a forme di tutela economica e giuslavorativa per caregiver e familiari: questi gli interventi a nostro avviso prioritari e sui quali chiediamo al Ministero della Salute e al Governo di attivarsi quanto prima, offrendo chiaramente la nostra massima disponibilità a lavorare insieme».

Le 30 Associazioni del progetto hanno elaborato 8 punti chiave sui quali cooperare nella definizione di un percorso di tutela dei pazienti oncologici e onco-ematologici quanto più concreto e agevole possibile.