Ha aperto al San Gerardo di Monza, il 3 Giugno, un ambulatorio innovativo, dedicato allo studio e alla gestione post Covid-19 dei pazienti. Coordinato dal prof. Paolo Bonfanti, Direttore dell’Unità Operativa di Malattie Infettive in collaborazione con diversi specialisti (infettivologi, pneumologi, cardiologi, geriatri, rianimatori e psicologi), attraverso un approccio multidisciplinare, si occuperà di verificare le condizioni dei pazienti e identificare le eventuali problematiche cliniche sorte dopo l’infezione da tale virus.
Un ambulatorio, unico nel suo genere, nato tra le mura dell’ASST monzese, per rispondere a un bisogno di salute emergente nella popolazione colpita da coronavirus.
Il San Gerardo di Monza, in prima linea nell’affrontare il Covid-19, ha gestito in totale 1700 pazienti finora, dall’inizio della pandemia, di cui 350 provenienti dalle altre province lombarde. Ora si occuperà del post emergenza sanitaria, per verificare quali siano gli “esiti” del Covid-19, non solo a carico dei polmoni, ma anche sul cuore, sul sistema nervoso, sui reni, senza tralasciare gli aspetti psicologici.
“Tutti si chiedono quali siano gli effetti della malattia anche a lungo termine, con questo ambulatorio desideriamo dare alla nostra comunità una risposta concreta e mi auguro rassicurante”, chiarisce il diretto generale dell’ospedale San Gerardo, Mario Alparone.
“Visiteremo 300 pazienti in 3 mesi”
L’ambulatorio dal 3 giugno è operativo due giorni a settimana: il mercoledì e il giovedì mattina. I pazienti, contattati direttamente dai medici dell’Unità operativa complessa di Malattie Infettive, vengono sottoposti a una serie di indagini diagnostiche che si svolgono nell’arco di un’intera mattinata. La settimana successiva saranno convocati nuovamente per discutere degli esiti e per illustrare un percorso di cura e assistenza, laddove si renda necessario”, spiega il Prof. Bonfanti.
“Il nuovo reparto post Covid-19 conta di prendere in carico per i prossimi 3 mesi, circa 300 pazienti. “Inizieremo ricontattando i più gravi. Non si tratta soltanto di coloro che sono passati dalla rianimazione, ci sono anche pazienti che hanno avuto un’assistenza respiratoria intensiva senza intubazione, e coloro che hanno avuto complicanze tromboemboliche”, aggiunge il professore. “Poco alla volta, comunque, intendiamo rivedere tutti i pazienti Covid-19 che abbiamo avuto in cura”.
“I dati che verranno raccolti saranno inseriti nel database Storm, nel quale sono contenuti i dati clinici, diagnostici, terapeutici e dei campioni biologici di tutti i pazienti Covid-19 curati al San Gerardo. Il progetto nasce dalla sinergia con l’Università di Milano-Bicocca (Unimib). Una metodologia di studio che ha ricevuto l’autorizzazione dal comitato etico dell’Istituto Spallanzani di Roma, il comitato unico nazionale per la sperimentazione sul virus”, aggiunge il direttore Alparone.
Foto Credit MbNews.it