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ESC – Società Europea di Cardiologia, in seguito al meeting che si è tenuto il 25 giugno scorso, con il Commissario per la Salute Stella Kyriakides e con i Membri del Parlamento Europeo, ha lanciato un programma concreto di lotta per la prevenzione delle malattie cardiovascolari denominato “Cardiovascular Disease – a Blueprint for EU action”.

Nel corso della pandemia da COVID si è verificato un considerevole aumento delle malattie cardiovascolari in particolare di Embolia Polmonare, complicanza più grave della Trombosi Venosa Profonda, infarto e ictus cerebrale. Le CVD sono state la prima causa di morte e di grave invalidità a livello mondiale anche prima di Covid, che ha ulteriormente aggravato lo scenario. Oltre 60 milioni di cittadini dell’UE vivono con le conseguenze di eventi cardiovascolari: a questi ogni anno si aggiungono 13 milioni di nuovi pazienti.

Nell’insieme le malattie cardiovascolari (CVD) in particolare causate da Trombosi ed Embolia sono responsabili di 36 morti su 100 e sono la prima causa di morte prematura: fra i cittadini della UE che perdono la vita prima dei 65 anni, 20 su 100 muoiono per un evento cardiovascolare.

La relazione pericolosa fra COVID-19 è stata confermata e richiede attenzione e interventi urgenti per molte ragioni: la maggior parte dei pazienti colpiti da COVID -19 aveva una malattia cardiovascolare preesistente virus del COVID-19 in grado di scatenare una risposta infiammatoria che può danneggiare la parete interna delle arterie, delle vene e del cuore, reazione che scatena a sua volta la formazione di trombi e di emboli in qualunque distretto del corpo umano: polmone, cervello, rene, causando embolia, infarti, ictus cerebrale durante le fasi iniziali della pandemia, gli ospedali hanno dato la priorità a reparti Covid, e si sono dimezzati i ricoveri per infarto e ictus cerebrale, non perché se ne verificassero meno, ma perché i pazienti non si recavano dal medico o in Pronto Soccorso per paura di contrarre il virus: molti hanno perso la vita in silenzio senza nemmeno essere valutati da un medico o da un ospedale molti interventi di cardiochirurgia sono stati forzatamente rimandati, sia per bypass che per malattia delle valvole del cuore, di conseguenza molti pazienti hanno subito un peggioramento catastrofico della funziona cardiaca e ictus cerebrali che si sarebbero potuti evitare.

“Fighting Cardiovascular Disease – a Blueprint for EU action” suggerisce una serie di azioni concrete per fronteggiare l’aumento delle CVD attraverso azioni politiche specifiche, un sostegno alla ricerca scientifica e regolamenti. Al lancio della iniziativa il commissario Stella Kyriakides ha dichiarato che: “Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte e di disabilità in Europa e nel mondo. L’epidemia di COVID -19 ha portato alla ribalta l’importanza dei Servizi Sanitari Nazionali che devono garantire efficienza e cure. Il nuovo programma “EU4Health program” è una sfida che mette la salute come una priorità per la UE e
accetta la sfida lanciata dalla pandemia, e si focalizzerà sui bisogni di coloro che vivono con le conseguenze di infarto, ictus cerebrale, embolia polmonare e di altre malattie vascolari classificate con NCD = Non Communicable Diseases”.

La prof.ssa Barbara Casadei, Presidente di ESC, ha aggiunto: “La pandemia da Covid-19 ha dimostrato che Sistemi Sanitari efficienti e condivisione delle informazioni relative a pazienti possono indirizzare le politiche europee e nazionali in emergenza e prevenire morte e disabilità. Questo obiettivo può essere raggiunto in ogni Paese dell’UE, attraverso una estesa condivisione di informazioni attraverso registri e digitalizzazione dei Sistemi Sanitari Nazionali, il monitoraggio selettivo della sicurezza dei device medici, velocizzando e rendendo efficiente la realizzazione di studi clinici randomizzati e l’accesso dei pazienti alle cure più efficaci facilitando investimenti in Ricerca anche da parte delle industrie del settore salute”.

Floris Italianer, Presidente di EHN- European Heart Network, ha affermato: “Data l’importanza dei fattori di rischio cardiovascolare spesso correlati allo stile di vita, date le dimensioni del rischio, dobbiamo considerare queste malattie come malattie sociali. Regole chiare ed efficaci e azioni di sensibilizzazione e cura estesa alla popolazione quanto più larga possibile sono quindi indispensabili per un’azione di prevenzione efficace urgente e possibile. Dobbiamo facilitare l’accesso alle cure e la UE ha strumenti e competenza per realizzare questi, imprimendo una accelerazione significativa che permetterà, considerevoli risparmi di vite e di risorse economiche con un alto ritorno sull’investimento”.

La Vice Presidente del Parlamento Europeo Maria da Graça Carvalho ha commentato: “Ci sono molte aree nel campo della salute nelle quali è indispensabile un’azione rapida e il campo CVD è una di queste. Il nuovo EU Framework Programme for Research Horizon Europe dovrebbe supportare economicamente investimenti nella ricerca traslazionale migliorando le conoscenze che possono avere impatto diretto ed
efficiente sulla salute di milioni di cittadini europei”.

Il co/Presidente del Gruppo dei Parlamentari Europei per il Cuore Brando Benifei ha sottolineato: “Esiste un problema di diseguaglianza geografica e sociale nei Paesi Europei in termini di morti e disabilità causate dalle CVD: è ingiusto e inaccettabile che chi vive in Bulgaria abbia un rischio moltiplicato 8 volte di infarto e ictus cerebrale rispetto a un cittadino Francese. L’UE ha il dovere morale di risolvere queste diseguaglianze disponendo politiche di regolamentazione omogenee , facilitando la condivisione di buone pratiche cliniche fra gli Stati Membri della UE”.

“La Trombosi è il meccanismo che determina la stragrande maggioranza delle malattie raggruppate sotto la definizione di malattie cardio vascolari. – dichiara Lidia Rota Vender, Presidente di ALT – Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari – Onlus – Rappresentante l’Italia nel network europeo EHN- European Heart Network. Comprendere i meccanismi di malattie che provocano danni in organi diversi che prendono il nome dell’organo che colpiscono è fondamentale per tracciare il profilo di rischio di ogni singolo paziente e intervenire con le cure appropriate in ogni singolo caso, non solo per curare l’organo colpito ma anche per prevenire la causa scatenante, riconosciuta nella Trombosi e nella sua conseguenza ancor più grave chiamata Embolia”.