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Dal 24 dicembre al 6 gennaio l’Italia tornerà in zona rossa nei giorni festivi e prefestivi e zona arancione nei giorni lavorativi. fonti di governo, dal vertice dal vertice del premier Giuseppe Conte con i capi delegazione di maggioranza e il ministro Boccia.

“E’ una decisione non facile, sofferta: dobbiamo rafforzare il regime di misure necessarie per cautelarci meglio anche in vista della ripresa delle attività di gennaio”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa a Palazzo Chigi.

Dal 24 dicembre al 6 gennaio si potrà uscire di casa solo per ragioni di lavoro, necessità e salute.

“Abbiamo sospeso contributi e tributi per coloro che hanno perdite. Chi subisce dei danni economici deve essere subito ristorato. Questo decreto dispone un ristoro immediato di 645 milioni di euro per ristoranti e bar”.

“Decisione sofferta, il decreto è un punto di equilibrio” – Secondo Conte, il Decreto Natale “offre un punto di equilibrio tra la stretta necessaria e le deroghe necessarie in considerazione dell’importanza sociale e ideale che queste festività hanno nella nostra comunità nazionale”. Si tratta di “una decisione non facile, sofferta: dobbiamo rafforzare il regime di misure necessarie per cautelarci meglio anche in vista della ripresa delle attività di gennaio”.

L’intero territorio nazionale zona arancione i giorni 28, 29 e 30 dicembre e il 4 gennaio. In questi giorni ci si potrà spostare esclusivamente all’interno del proprio Comune senza giustificarne il motivo. Per venire incontro a comuni fino a 5000 abitanti fino a 30 chilometri, ma non nei capoluoghi di provincia. Rimangono chiusi bar e ristoranti tranne che per asporto e consegne a domicilio, mentre i negozi saranno aperti fino alle 21.

Il governo non prevede l’obbligatorietà del vaccino, ha precisato Conte. “E’ una scelta precisa, lo offriamo facoltativamente ma abbiamo già iniziato a promuovere una campagna per spiegare che il vaccino è testato dalle istituzioni più qualificate in Europa. Sarà un vaccino sicuro, sarà offerto a tutti e speriamo tutti si predispongano a farlo”.

“La pandemia ci sta insegnando, tra le lezioni, che dobbiamo mantenerci sempre pronti a intervenire”, ha proseguito il presidente del Consiglio. “Abbiamo programmato al momento un recupero della didattica in presenza al 7 gennaio. Nel corso del Cdm c’è stata una pausa durante la quale i ministri Azzolina, Boccia, e De Micheli mi hanno informato che i tavoli presso i prefetti stanno funzionando molto bene, con sinergia. Questo ci dà maggiore fiducia per la ripresa in presenza a gennaio”.

“Le misure hanno funzionato, siamo partiti da Rt a 1,7” – Il premier ha dunque sottolineato che le misure del governo “hanno funzionato grazie alla responsabilità dei cittadini. E’ un metodo che ci ha evitato il lockdown generalizzato. Siamo partiti con il metodo a zone con Rt a 1,7 e lo abbiamo riportato a 0,86, tanto che nei prossimi giorni tutte le Regioni potranno diventare zona gialla”.

“Non entriamo in casa degli italiani. Il divieto è stato concepito come limite alla circolazione nella zona rossa. Stiamo prevedendo forti limiti alla circolazione. Si esce con l’autocertificazione. Per compensare c’è questo piccolo attenuamento”.

“I decessi dipendono da molti fattori, siamo i secondi più anziani dopo il Giappone” – I decessi “restano una ferita per tutta la comunità interazionale”, ha osservato Conte. “Anche la Francia e il Regno Unito hanno superato i 60mila morti, ma non si tratta di stabilire classifiche. I decessi dipendono da molti fattori, abbiamo una popolazione molto anziana, la seconda al mondo dopo il Giappone. Le statistiche dicono che la morte colpisce chi ha delle co-morbilità. E ancora dagli stili di vita. Con gli scienziati stiamo studiando le risposte, ma qui la politica si ferma e lascia spazio alla scienza”.