Bombardano le case, scuole, ospedali e orfanotrofi. È stato colpito un asilo nella città di Okhtyrka e Alisa Hlans, una bimba che avrebbe compiuto otto anni tra pochi giorni è morta. La conferma è arrivata da Amnesty International: la mattina del 25 febbraio un razzo contenente bombe a grappolo ha colpito l’asilo nella città di Okhtyrka, nell’Ucraina nordorientale. Tre le vittime anche la piccola Alisa. L’asilo veniva usato come rifugio per ospitare civili, colpirlo con un’arma proibita da una convenzione delle Nazioni Unite (alla quale ovviamente la Russia non ha mai aderito) è un crimine di guerra.
Mosca continua a negare che ci siano vittime tra i civili ma le immagini dicono tutt’altro.
Anche ieri mentre erano in corso le trattative in Bielorussia veniva colpita con bombe a grappolo Kharkiv, la cittadina più popolosa dopo Kiev. Il consigliere del ministero dell’Interno Anton Herashchenko ha denunciato l’uccisione di «decine di civili» e il ferimento di centinaia di persone. I dati sull’esatto numero di vittime civili sono contrastanti ma fosse anche morto un solo bambino a seguito dell’atto di aggressione russo si tratterebbe di una perdita comunque inaccettabile. Le autorità di Kiev parlano di centinaia di morti, oltre 350. Tra queste i bambini sarebbero almeno 16.
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