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“Il corpo era bruciato nella parte centrale, le ho dato fuoco con un accendino. Le fiamme, però, si sono spente da sole e non sono riuscito nell’intento di ridurre tutto in cenere”. Raccapriccianti le parole riportate nella confessione fatta da Alessandro Impagnatiello agli inquirenti, dopo l’uccisione della donna, di 29 anni, sua compagna da diversi anni e madre di suo figlio che doveva nascere, tra qualche mese. “Quarto Grado” ha riportato le parole, andate in onda ieri sera.

“Ho portato il corpo in bagno, l’ho messo nella vasca e lì mi sono reso conto di averla uccisa”, dice il giovane, ammettendo di aver assassinato e cercato più volte di bruciare il corpo della compagna al settimo mese di gravidanza, anche utilizzando della benzina. “Poi alle cinque del mattino, visto che il giorno dopo dovevo andare a lavorare, mi sono buttato a letto”.

Impagnatiello sposta quindi il corpo nel box dell’abitazione, poi nel garage, quindi nel bagagliaio: “Alle 2.30 del mercoledì l’ho gettato nel luogo in cui è stato rinvenuto. Per un giorno sono andato in giro con il cadavere”.