Valeria Fioravanti sarebbe morta per una meningite lo scorso gennaio 2023 a Roma, scambiata per un banale e semplice mal di testa.
I medici infatti, le avrebbero somministrato degli antidolorifici convinti che si trattasse prima di un mal di testa, poi di un mal di schiena. Due gli errori fatti di valutazione, in due ospedali differenti, che hanno portato al decesso della 27enne, mamma di una bimba di 13 mesi nel momento della sua morte, dopo due settimane di calvario. Ora, la perizia del medico legale non lascia margine di dubbio: le diagnosi sono state sbagliate.
Secondo quanto scrive la Repubblica di Roma, la prima diagnosi sbagliata si è consumata al policlinico Casilino: si parla infatti di una cefalea causata da un movimento “incongruo” compiuto mentre si lavava i capelli. Il secondo errore, a sarebbe stato commesso a sette giorni di distanza, al San Giovanni Addolorata: dove viene diagnosticata una lombosciatalgia. Il farmaco antinfiammatorio che le era stato prescritto (il Toradol) ha annullato ogni dolore: questo ha fatto sì che nel frattempo la meningite continuasse ad avanzare fino ad ucciderla. Per il medico legale non ci sono dubbi: “la malattia che uccise la ragazza non venne riconosciuta, non si eseguirono gli esami specifici per tempo nonostante il quadro clinico suggerisse di verificare se la paziente fosse affetta da meningite”.
La donna, il 25 dicembre 2022, si era sottoposta a un intervento per togliere un ascesso. Due giorni dopo, era torna in ospedale, dove era stata operata, perché la ferita si era infettata; e secondo la famiglia sarebbe stata subito dimessa, per poi presentarsi in un altro nosocomio di Roma, due giorni dopo, per lo stesso motivo. E’ qui che sarebbe stata respinta il giorno dopo, quando si era ripresentata per mal di testa e dolori a schiena e collo che non passavano dopo le prime cure già effettuate. L’epilogo finale arriva poi dopo una lunga trafila al pronto soccorso (in tutto sono stati sette ricoveri fatti). Con i sintomi in netto peggioramento.
Infatti, Valeria Fioravanti si è recata in un’altra struttura sanitaria di Roma, ma anche qui è stata subito dimessa con prescrizione di farmaci antinfiammatori. E solo dopo, quando ha fatto poi ritorno il 5 gennaio scorso presso lo stesso opedale i medici hanno sospettato che si trattasse di meningite. Così la corsa contro il tempo per trovare un posto in terapia intensiva in un altro ospedale della zona e l’intervento d’urgenza, il coma il 7 gennaio e il decesso il 10.
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