Nell’aula della Corte di Appello di Roma è stata ascoltata ieri mattina una esperta di botanica forense, che ha analizzato alcuni frammenti trovati tra i capelli della diciottenne uccisa e li ha comparati con quelli di una porta della caserma dei carabinieri di Arce. Trovando molte corrispondenze.
La dottoressa Pilli aveva effettuato in primo grado l’analisi dei diciotto microframmenti di legno rinvenuti nel nastro adesivo all’epoca utilizzato per avvolgere il naso, la bocca e il collo della vittima e di uno presente nei capelli di Serena.
Dei frammenti sui reperti, sei sarebbero compatibili con il legno della porta dell’alloggio nella caserma dei Carabinieri di Arce (dove, secondo l’assunto accusatorio, la giovane avrebbe trovato la morte), altri sei sono stati definiti “parzialmente compatibili” e sei non lo sarebbero affatto.