Una plastica in grado di autodistruggersi e biodegradarsi da sola grazie a dei batteri modificati geneticamente. È l’ultima novità scientifica che apre uno spiraglio per il futuro e l’inquinamento ambientale.
Soprattutto di plastica, a cui è stata dedicata l’ultima Giornata della Terra il 22 aprile scorso e di cui si sta discutendo anche all’Onu in vista di un nuovo trattato internazionale sulla plastica entro il 2024, che potrebbe avere un valore simbolico e operativo simile agli accordi di Parigi sul clima del 2015. La scoperta arriva dall’Università di San Diego, in California, ed è contenuta in un nuovo studio appena pubblicato sulla rivista scientifica Nature Communications. Un nuovo tipo di poliuretano capace, come riporta la Bbc, di iniziare a autodecomporsi appena entra in contatto con i reagenti chimici del compost.
In pratica, non ci sarebbe bisogno di una “data di scadenza”, la auto-biodegradazione inizierebbe solo quando la plastica viene buttata. Grazie all’inserimento all’interno del poliuretano di particolari batteri mangia-plastica, spore batteriche modificate geneticamente per resistere alle alte temperature necessarie per la sua produzione. Si tratta del Bacillus subtilis, usato di solito come additivo nel cibo e probiotico. Resta “dormiente” nella plastica fino a che non entra a contatto con i nutrienti chimici del compost.
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