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Approvata ieri la legge sulle liste d’attesa. Le Regioni fanno i conti per capire la ricaduta delle misure sulle casse locali. Il ministro della Salute Orazio Schillaci è al lavoro per cercare di ottenere in sede di manovra ulteriori risorse. Intanto la Conferenza delle Regioni e Province Autonome ha raggiunto l’intesa sulla proposta di riparto del Fondo sanitario nazionale per l’anno 2024 che si attesta a 134.015 miliardi di cui 128.302.813.418 come Fabbisogno indistinto.

Il decreto sulle liste d’attesa nella sanità, approvato ier alla Camera dei Deputati con 171 voti favorevoli e 122 contrari, introduce significative modifiche per migliorare l’efficienza del sistema sanitario nazionale e ridurre i tempi di attesa per le prestazioni. Dopo l’approvazione del Senato, il testo è ora legge, e prevede una serie di misure strutturali e organizzative destinate a ottimizzare l’erogazione dei servizi sanitari.

Il cuore del decreto è la creazione della Piattaforma Nazionale per le Liste d’Attesa, istituita presso l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas). Questa piattaforma avrà il compito di monitorare e coordinare i tempi di attesa per le prestazioni sanitarie a livello nazionale, facilitando la comunicazione tra le diverse regioni e province autonome.

Garantire una visione più chiara e centralizzata delle liste di attesa, migliorando l’accesso ai servizi e la loro gestione. La piattaforma offrirà supporto sia ai cittadini, per prenotare visite e controlli, sia agli operatori sanitari e alle strutture sanitarie per ottimizzare l’organizzazione delle prestazioni.

Una delle novità più rilevanti è l’introduzione del Centro Unico di Prenotazione (Cup) a livello regionale o infraregionale. Questo sistema centralizzato permetterà di gestire le prenotazioni di prestazioni sia per i servizi pubblici che per i privati accreditati. Inoltre chi non si presenterà a una visita prenotata senza avvisare in anticipo sarà obbligato a pagare il ticket, incentivando così la cancellazione tempestiva delle prenotazioni.

Il decreto prevede anche l’ampliamento delle fasce orarie per le prestazioni sanitarie, includendo aperture anche durante il fine settimana. Questa misura ha lo scopo di ridurre i tempi di attesa, consentendo una maggiore disponibilità di visite diagnostiche e specialistiche. In caso di ritardi significativi, le ASL possono avvalersi di professionisti privati per garantire una tempestiva erogazione dei servizi offerti.

Per quanto riguarda il personale sanitario? Il decreto introduce importanti cambiamenti. Il tetto di spesa per le assunzioni viene innalzato al 15% dell’incremento del Fondo sanitario regionale per il 2024, con l’obiettivo di eliminare questo limite a partire dal 2025.

Introdotta una flat tax del 15% sulle ore di lavoro straordinarie dei professionisti sanitari, per incentivare il personale a contribuire nella riduzione delle liste d’attesa senza un eccessivo aggravio fiscale.

Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha sottolineato come queste misure siano fondamentali per migliorare la qualità del servizio sanitario e garantire il diritto alla salute a tutti i cittadini.

ph credit dal web

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