Spread the love

La madre della piccola Diana è stata condannata all’ergastolo, per aver abbandonato a casa per cinque giorni e mezzo sua figlia, “lasciandola morire di stenti e di disidratazione”, animata da un “futile ed egoistico movente“: quello di “regalarsi un proprio spazio di autonomia, nella specie un lungo fine-settimana con il proprio compagno”. Lo si legge nelle motivazioni della sentenza emessa il 13 maggio 2024 dalla Corte d’Assise di Milano, secondo cui la donna scelse il weekend “rispetto al prioritario diritto/dovere di accudire la figlioletta” di pochi anni.

Così facendo, secondo i giudici, Alessia Pifferi ha commesso un reato di “elevatissima gravità, non solo giuridica, ma anche umana e sociale”: con il suo comportamento ha “ucciso”, anche se non intenzionalmente, la bimba. Che venne trovata senza vita il 20 luglio 2022 in un lettino da campeggio con a fianco solo un piccolissimo biberon e una bottiglietta d’acqua vuoti. Oltre a una boccetta di En, un tranquillante che, è risultato, Alessia Pifferi le avrebbe dato nelle precedenti settimane e in piccole dosi.

Il giudice estensore nelle 53 pagine, e il presidente della Corte, Ilio Mannucci Pacini, oltre a  ricostruire come è stato ritrovato il corpicino senza vita della bambina, si riportano anche all’esito della perizia psichiatrica in cui si sostiene che la donna era capace di intendere e di volere. Infatti, si osserva anche, che secondo “sua stessa ammissione aveva certamente coscienza e volontà del disvalore della propria condotta di abbandono e della pericolosità per Diana” e, quindi, è ragionevolmente certo che avesse previsto i rischi che correva la piccola Diana lasciata senza nessuno che la accudisse.

Powered by atecplugins.com