Esami di maturità comprati, pagando per il diploma tremila euro (in parte in contanti), a fronte di un importo previsto dalla normativa di 12,09 euro.
Era la “tassa d’esame” versata dagli studenti della Leonardo Da Vinci School, il presunto ‘diplomificio’ sequestrato dalla Guardia di Finanza di Bologna su disposizione del Gip Andrea Salvatore Romito.
La Procura, con il pm Stefano Dambruoso, contesta a vario titolo i reati di associazione a delinquere, corruzione e falso a sette indagati, responsabili delle tre scuole ritenute coinvolte nella vicenda. Dall’istituto in via della Repubblica a Bologna, specializzato nel recupero di anni scolastici, secondo le indagini i candidati venivano indirizzati a due scuole paritarie, ubicate una a Fermo e un’altra a Portici (Napoli). Qui, a prescindere dalla loro effettiva preparazione, agli studenti avrebbe conseguimento il diploma o l’esame di idoneità, in cambio del pagamento di parte della quota pagata dagli iscritti alla struttura bolognese.
Diverse le perquisizioni, oltre al sequestro di conti correnti e anche dell’immobile a Bologna dove si svolgono i corsi di recupero. I finanzieri poi, hanno anche appurato che la società bolognese si era guadagnata una certa popolarità tra i giovani che avevano bisogno di recuperare anni scolastici, aumentando i propri profitti del 600% in soli cinque anni.
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