Erano le 7.30 del 24 novembre, quando un uomo con la sua compagna di anni 35 in travaglio è entrato nel Pronto Soccorso di Mestre, ignaro di cosa stesse succedendo, per chiedere assistenza, e aiuto.
In quegli stessi istanti un 50 enne di origini irlandesi, appena dimesso dopo aver passato la notte in ospedale per smaltire la sbornia, armato di uno schermo del pc sradicato dalla guardiola e di un triangolo segnaletico preso da un carrello per le pulizie, si scagliava contro gli 8 grandi monitor segnaletici rompendoli tutti e mettendo sottosopra l’intera sala d’attesa del Pronto soccorso. L’esagitato tentava poi più volte di forzare la guardiola del triage per aggredire sanitari e pazienti, cercando di scardinare le due porte d’accesso e lanciando sedie e altri oggetti contro le vetrate.
Alla vista della donna incinta, due triagiste, rifugiatesi nella guardiola con una decina tra pazienti e familiari e altri operatori sanitari, tutti terrorizzati, hanno mimato con i gesti a lei e al marito di mettersi al sicuro, evitando di farsi vedere dal folle, indicando loro il percorso per correre il più veloce possibile nel reparto di ostetricia e ginecologia. Ma gli occhi del futuro papà, di anni 44, di una bellissima bambina, si sono incrociati terribilmente con quelli del 50enne furioso.
“Siamo rimasti faccia a faccia con quell’uomo mentre spaccava tutto!”. Spiega l’uomo a Il Gazzettino mentre racconta i fatti avvenuti domenica scorsa di prima mattina, quando è entrato nel pronto soccorso di Mestre (Venezia) con la moglie in travaglio.
“Me lo sono trovato davanti, ho incrociato il suo sguardo. Sono entrato in una stanza, ho preso una sedia a rotelle su cui far sedere la mia compagna e siamo corsi verso il reparto”.
“Ci urlava cose in inglese, voleva dell’alcol, voleva bere ancora – gli fanno eco le due infermiere, Giulia e Maria Pia, vittime della tentata aggressione con il medico di turno. – Prima che cominciasse a colpire, quando ha iniziato a minacciare, abbiamo capito che sarebbe passato in pochissimo tempo a gesti violenti e abbiamo cominciato a scortare i pazienti in guardiola. La fortuna è stata anche che non fossero molti in sala d’attesa. Abbiamo mantenuto la calma, per tutti, ma in quei momenti ci sentivamo in trappola e abbiamo temuto anche per la nostra vita”. Nessun ferito in quell’occasione, anche grazie alla loro pronta reazione, come sottolineato da Antonio De Palma, presidente nazionale del Nursing Up. E fiocco rosa, poco dopo, per la coppia di Mirano. Danni, invece, per di diverse migliaia di euro.
Ma il presidente Luca Zaia promette “tolleranza zero”.
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