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Un team di ricercatori, con a capo l’ingegnere chimico Ali Yetisen, ha sviluppato dei sensori colorimetrici iniettabili come i tatuaggi, in grado misurare le concentrazioni di tre biomarcatori nel liquido interstiziale, ossia la soluzione acquosa che si trova tra le cellule di un tessuto.

Questi “sensori fungono da display diagnostico, in grado di cambiare colorazione in risposta ai cambiamenti delle concentrazioni di pH, glucosio e albumina”, spiegano i ricercatori. Per il sensore dell’albumina è stato scelto il colore giallo, che diventa verde quando le concentrazioni di albumina aumentano. Per quello del glucosio, il sensore in oggetto, sfrutta le reazioni enzimatiche di ossidasi e perossidasi, ed è di colore giallo, modificandosi fino a diventare verde scuro a concentrazioni elevate di glucosio. E, infine, il sensore per il pH, variabile dal giallo al blu, quando i valori del parametro di trovano tra il 5 e il 9 (il valore del pH considerato normale oscilla intorno a 7,4).

I tre biomarcatori in oggetto, secondo quanto spiegano i ricercatori, sono stati scelti in quanto i loro cambiamenti indicano che nel nostro organismo qualcosa non va.