La legge 2 agosto 1999 numero 264, quella che istituiva il numero chiuso in medicina, “è stata abrogata”.
Famoso sbarramento è rimandato al secondo anno al fine di dare a tutti i ragazzi la possibilità di sperimentarsi e di capire se quello può essere il loro percorso.
Il testo della legge, depositato in commissione Cultura alla Camera, è ora al centro di alcuni tavoli di maggioranza – anche perché, nel tempo, dopo la crisi di agosto, è cambiata – e sarà discusso in commissione nelle prossime settimane con l’obiettivo di approdare nell’aula di Montecitorio «tra gennaio e marzo». “Dall’orientamento nella scuola superiore all’accesso alle facoltà, alle specializzazioni la riforma sarà attuata per step” e si sta valutando che anche un “otto per mille per finanziare le borse di studio delle specializzazioni.
A settembre scorso, infatti, a fronte di 11.568 posti a Medicina c’erano circa 68.600 aspiranti candidati. Il test al secondo anno – con un primo anno comune a tutti – varrà anche per i corsi di laurea in Farmacia, Odontoiatria e protesi dentaria, Chimica e tecniche farmaceutiche, Scienze biologiche e Biotecnologie. Si potrà accedere al secondo anno solo dopo aver superato “una prova di verifica” che sarà “unica per tutti i corsi di laurea e identica sul territorio nazionale”.
Il bando sarà pubblicato sessanta giorni prima e i risultati si sapranno entro un paio di settimane. Chi non avrà conseguito un numero di crediti sufficiente durante il primo anno non sarà neppure ammesso alla prova e chi non la supererà “potrà utilizzare i crediti ottenuti in tutte le facoltà di area scientifica” senza numero programmato. Il test dovrebbe essere a ‘soglia’ e dopo tre concorsi falliti non si potrà più ritentare. La legge affronta anche il problema del cosiddetto ‘imbuto’ in cui si sono trovati circa 15 mila laureati in medicina, ovvero l’impossibilità, per la carenza di borse di studio, di accedere alla specializzazione. “Stiamo pensando anche a misure alternative come un 8 per mille per la formazione medica – annuncia Tuzi –, un fondo che sia alimentato da soggetti privati ma anche da enti e fondazioni: le risorse così raccolte seguiranno poi le normali procedure per finanziare le borse di studio di specializzazione”. Già dal 2021-2022 si punterà sull’orientamento: si parte dal terzo anno delle superiori e non dall’ultimo per permettere ai ragazzi di capire quale facoltà scegliere in base alle proprie inclinazioni. Ci saranno corsi on line “pubblici e gratuiti” di 100 ore con tanto di test di autovalutazione.