Il Covid 19 non provoca solo polmonite virale ma anche ripercussioni sul sistema cardiovascolare; sia in pazienti con i classici fattori di rischio cardiovascolare (diabete mellito, ipertensione arteriosa, obesità, età avanzata) che in pazienti con malattia cardiovascolare accertata che costituiscono una popolazione vulnerabile in termini di maggiore morbilità e mortalità.
Le complicanze cardiovascolari dell’infezione da nuovo coronavirus includono la sindrome coronarica acuta, la tromboembolia polmonare, la miocardite e i potenziali effetti aritmici del trattamento medico. Il Cardiocenter dell’ospedale Niguarda, che è sostenuto dalla fondazione De Gasperis, sta studiando i meccanismi biochimici che stanno alla base del danno cardio-vascolare. Si tratta di uno studio multicentrico europeo coordinato dal Parigi: Pierre Boutouyrie e Rosa Maria Bruno ( Université Paris-Descartes, Faculté de Médecine René Descartes, INSERM), cui partecipa il Niguarda COVID Resarch Group, seguito dai cardiologi Cristina Giannattasio e Alessandro Maloberti. In particolare, si studiano i mediatori dell’infiammazione e il ruolo della proteina spike.
«Fin dall’inizio della pandemia COVID è apparso chiaro quante poche informazioni erano disponibili e quante invece fossero necessarie specialmente se si dovesse venire a determinare una recidiva nei prossimi mesi. Un altro punto caldo è quello relativo alle sequele a lungo termine nei sopravvissuti all’infezione – osserva il cardiologo Alessandro Maloberti -. Purtroppo non è ancora chiaro se vi potranno essere dei danni permanenti a livello polmonare ed ugualmente anche a livello cardiaco e vascolare. La necessità di ricerca su quanto accaduto e sulle sequele a lungo termine ha determinato a Niguarda la nascita del Niguarda COVID Research Group che si propone di raccogliere i dati di tutti i pazienti transitati da niguarda con questa patologia (ben 1000 persone circa) mentre le sequele a lungo termine saranno valutate con un programma di follow-up ambulatoriale pneumologico e cardiologico protratto nel tempo. Due particolari aspetti ci premono a livello cardiologico ovvero le sequele sulla funzione di regolazione autonomica (del sistema nervoso) del sistema cardio-vascolare e sulla sua risposta alla tempesta citokinica ed infiammatoria determinata dall’infezione. Nel primo caso ci proponiamo di valutare la frequenza cariaca, in quanto marcatore della regolazione cardiaca da parte del sistema nervoso centrale) e le sue variazioni nell’ambito del ricovero e nel successivo follow-up. Allo stesso modo la tempesta citokinica-infiammatoria potrebbe determinare danni a livello del sistema cardiaco e vascolare principalmente determinando fibrosi dei vasi e del tessuto del cuore. Tutti i pazienti seguiti presso il nostro ospedale faranno durante il follow-up a lungo termine una valutazione con ecocardiogramma e della rigidità arteriosa con metodica Pulse Wave Velocity».
Photo Credit degasperis.it