Nella G.U. – Serie Generale n. 320 del 28 dicembre – si legge che “ai fini del contenimento dell’epidemia da COVID-19, le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attivita’ didattica, in modo che, dal 7 gennaio al 15 gennaio 2021, sia garantita l’attivita’ didattica in presenza al 50 per cento della popolazione studentesca. La restante parte dell’attività è erogata tramite la didattica digitale integrata”.
Nella Gazzetta si specifica anche che l’ordinanza “produce effetti dal giorno successivo alla data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e fino al 15 gennaio 2021”.
“Le prefetture hanno adottato i documenti operativi all’esito dei lavori dei tavoli di coordinamento scuola-trasporti istituiti in tutte le province in vista della ripresa, dal 7 gennaio, dell’attività didattica in presenza”. Lo annuncia in una nota il Viminale, spiegando che “i prefetti hanno tenuto conto anche dell’ordinanza del ministro della Salute del 24 dicembre 2020 che limitatamente al periodo 7-15 gennaio riduce la presenza in classe al 50%”.
Riapertura scuola il 7 gennaio per il 50% degli studenti: il governo non intende rimandare l’avvio delle lezioni in presenza subito dopo l’Epifania. Più critici i sindacati.
“I messaggi incerti, 50% prima, 75% dopo una settimana, influenzano negativamente il rapporto con l’opinione pubblica”, avverte la segretaria generale della Cisl Scuola, Maddalena Gissi. Per questo, secondo la sindacalista “le famiglie stanno scegliendo l’educazione parentale proprio perché si fidano meno dell’organizzazione scolastica”.
Nel frattempo si completano i documenti con i piani operativi per la ripartenza.
“Abbiamo perso un’altra settimana per fare ciò che serve: aprire le scuole in presenza e in sicurezza”, denuncia il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi, “basta con la retorica e si faccia e non si dica”.
Regioni e Città si stanno organizzando per il rientro.
Il ministro Speranza dice sì, il suo consigliere Ricciardi dice no.
Il ministro dei Trasporti, Paola De Micheli, che sostiene di aver “dato mandato ai tavoli prefettizi per potenziare i mezzi di trasporto e scaglionare gli orari scolastici come se la didattica in presenza fosse già al 75 per cento. I ragazzi devono tornare a scuola”, dice al Fog