Spread the love

L’Unione italiana food, in occasione del World Pasta Day di ieri 25 ottobre ha diffuso i dati dell’anno 2020 sul consumo di pasta.

Ebbene, il nostro Paese resta il punto di riferimento per la produzione (3,9 milioni di tonnellate), con un export da 2,4 milioni di tonnellate. Rispetto al periodo compreso tra gennaio e luglio 2020, l’export di pasta dei primi sette mesi del nuovo anno segna un calo del 9,4% a valore, ma il confronto con i valori “pre-Covid” dello stesso periodo del 2019 evidenzia un +13%. Rilevanti anche i numeri sul consumo: un piatto su quattro è italiano. Con oltre 23 chilogrammi all’anno di consumo pro capite, l’Italia supera la Tunisia, 17 chilogrammi, Venezuela, 15 chilogrammi e Grecia, 12,2 chilogrammi.

I numeri italiani sono stati conseguiti nonostante l’Italia abbia perso negli ultimi cinque anni 75 mila ettari di terreno coltivati a grano duro, come evidenzia il CAI – Consorzi Agrari d’Italia, che con più di 4 milioni di quintali di cereali stoccati e gestiti rappresenta la prima realtà organizzata della produzione del Paese. Secondo cui, per valorizzare il prodotto italiano occorre lavorare su accordi di filiera che garantiscano produttori e consumatori per evitare che l’Italia continui a dipendere troppo dalle importazioni di prodotto dagli altri Paesi produttori.