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Il parroco della chiesa Sant’Oliva di Palermo, don Vincenzo Monaco, avrebbe  rifiutato l’iscrizione di una bambina autistica di 7 anni, ammettendo invece il fratellino più grande la corso di catechesi. La mamma, che fa parte dell’associazione ParlAutismo, lo aveva definito “l’ennesimo caso di discriminazione“. Accusa respinta con forza dal prete.

“Mia figlia è scolarizzata – aveva spiegato la donna -. L’ho portata in quella chiesa per farle frequentare il catechismo con il fratellino. Mi è stato risposto dal parroco che non ha consapevolezza e che avrebbe disturbato la classe. Così mi ha indicato un’altra chiesa in zona, dove il parroco è disposto ad accogliere questi bambini. Mi chiedo però se è questa l’inclusione della chiesa che dice di accettare tutti? La chiesa ti deve accogliere e invece ti rifiuta”.

Il parroco a sua volta si era giustificato dicendo  “I bambini con queste difficoltà  necessitano di catechisti qualificati. La bambina è molto piccola e per la sua residenza appartiene alla diocesi di Monreale che non ha rilasciato la documentazione. Senza titolo non può restare in classe. Serve il nulla osta, per questo non possiamo farcene carico. Mi sono messo in contatto con altre parrocchie che hanno volontari, che noi non abbiamo, in grado di aiutare questi bambini. La piccola va seguita in un percorso di consapevolezza, visto che sta anche per accostarsi a un sacramento”.

E sulla vicenda è intervenuta poi la Curia. “Al di là della questione dell’appartenenza o meno alla nostra diocesi – si legge in una nota l’arcidiocesi di Palermo – vogliamo innanzitutto rassicurare la famiglia che la piccola sarà sempre bene accetta e, con l’eventuale nulla osta del parroco proprio, potrà frequentare il percorso di catechesi come tutti gli altri bambini, ivi compresi i tanti piccoli con bisogni educativi speciali che sono parte integrante di molte comunità parrocchiali”.

La Curia ha proseguito dicendo anche che “la Chiesa di Palermo ha da molto tempo un’attenzione particolare per i più fragili sia con il servizio pastorale per le persone con disabilità, sia con il settore per la catechesi inclusiva dell’ufficio catechistico. Già dal 2017, poi nel 2019 e, ultimamente, nello scorso aprile, si sono svolti seminari di formazione, guidati da docenti universitari e vari professionisti, per catechisti inclusivi, al fine di imparare metodi e linguaggi adatti nell’ottica della predisposizione di quello che abbiamo chiamato progetto educativo per la catechesi inclusiva. E’ molto importante, infatti, che questi bambini siano accolti da persone ben preparate, capaci di aiutare loro e le comunità stesse a vivere percorsi realmente inclusivi. Si tratta di uomini e donne che offrono il loro tempo gratuitamente, attualmente sono circa 120 per tutta la diocesi”.

 

foto crediti bambinifragili