Oggi 7 dicembre, festività di Sant’Ambrogio, patrono di Milano, per il “Don Carlo” di Giuseppe Verdi, le porte si apriranno alle ore 17, e alle 18 il direttore musicale del Piermarini, Riccardo Chailly, darà il via alla serata con l’esecuzione dell’Inno nazionale. Assenti il Presidente della Repubblica e il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in teatro ci saranno, però, il presidente del Senato Ignazio La Russa, il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e il ministro per le Riforme istituzionali Maria Elisabetta Alberti Casellati. Come da protocollo saranno seduti nel Palco Reale insieme con il neo prefetto di Milano, Claudio Sgaraglia, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e il sindaco di Milano e presidente del teatro, Giuseppe Sala. Con loro, e le rispettive consorti, ci sarà – per la prima volta – anche la senatrice a vita Liliana Segre, seduta in prima fila insieme alla figlia Federica Belli Paci, per volere dello stesso Sala.
Il sindaco di Milano, infatti, per la Prima al Teatro alla Scala, aveva espresso il desiderio di avere la senatrice Segre seduta al suo fianco e si era detto pronto a lasciare il palco reale per seguire l’opera dalla platea accanto alla 93enne superstite della Shoah, per mandare un “segnale politico”.
La stessa richiesta era poi giunta dalla seconda carica dello Stato, Ignazio La Russa, che aveva comunicato ai cronisti che nel caso Segre non fosse salita nel palco centrale, sarebbe stato lui a scendere in platea da lei. Così, prima che la vicenda potesse degenerare in polemica, è arrivata la decisione ecumenica di fare accomodare Segre e figlia nel cosiddetto “Palchettone”.
Sarà così la prima volta per la senatrice a vita Liliana Segre, che della Scala è una affezionata frequentatrice ma a Sant’Ambrogio non c’era mai stata come ospite del palco centrale.
“La vicenda si è conclusa come auspicato dal presidente La Russa – spiegano fonti di palazzo Madama – che da piazza del Popolo si era augurato che la senatrice a vita potesse essere sul palco per dare un segnale di attenzione e vicinanza a Israele in questo periodo”. “Nessuna polemica da parte nostra – spiegano le stesse fonti. – Si è trattato di un problema logistico più che politico, sulla collocazione delle autorità”.