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L’arte può aiutare a migliorare la qualità della vita di chi è stato colpito da un ictus. Questo è quanto è emerso nel corso di una ricerca tutta italiana, che sarà presentata durante il 12esimo meeting annuale di primavera sul ‘Cardiovascular Nursing‘, iniziato ieri a Copenhagen.

Ricercatori italiani, infatti, sono riusciti a dimostrare che i pazienti colpiti da ictus che si sono avvicinati all’arte espressa sotto forma di musica, pittura o teatro, hanno avuto un miglior recupero rispetto a quei pazienti che invece non lo avevano fatto.

L’ictus, rappresenta, la terza causa di morte nel mondo occidentale ed è la prima a causare disabilità negli adulti.

Tale studio, diretto da Ercole Vellone dell’Università di Tor Vergata di Roma, Facoltà di Infermieristica, ha esaminato 192 pazienti con un’età media di 70 anni.

Ebbene, dai dati raccolti, si è scoperto, che la passione per le arti è legata a un benessere generale, in quanto favorirebbe l’energia, e ridurrebbe l’ansia e la depressione donando anche maggiore memoria, aldilà della gravità dell’ictus subito.

L’arte stimola la produzione di dopamina, sostanza capace di migliorare la qualità della vita ogni qualvolta viene rilasciata nel cervello.