Secondo un recente pubblicato su Lancet, realizzato da diverse università americane, per la prima volta è possibile parlare dell’efficacia e della sicurezza a medio-lungo termine del trapianto di cellule staminali embrionali in pazienti affetti da degenerazione maculare.
Robert Lanza, direttore scientifico dell’Advanced Cell Technology, uno dei centri che hanno partecipato allo studio ha dichiarato che “Le cellule staminali embrionali hanno il potenziale di trasformarsi in qualunque tipo di cellula del corpo, ma i trapianti sono spesso stati complicati da problemi come il rischio di teratogenesi e rigetto immunitario”.
Sottolineando “È per questo motivo, che una delle prime parti del corpo in cui sono state sperimentate sono gli occhi, organi che producono una scarsa risposta immunitaria”.
In tale studio, però, le cellule staminali embrionali sono state fatte differenziare in cellule dell’epitelio pigmentato retinico, lo strato di tessuto più esterno di quelli che formano la retina, per poi essere trapiantate in nove pazienti con Malattia di Stargardt (distrofia maculare che è la prima causa di cecità in età giovanile) e nove pazienti affetti da degenerazione maculare dovuta all’età.
Così i ricercatori, monitorando i pazienti fino a 37 mesi dal trapianto, sono riusciti a dimostrare che il trattamento aveva provocato un sostanziale recupero della vista in 10 dei 18 pazienti esaminati, senza provocare effetti collaterali rilevanti.
Risultati importanti, che per i ricercatori potrebbero aprire la strada all’utilizzo dei trapianti di staminali anche in aree più delicate dell’organismo.