Il consumo quotidiano di caffè, ma non eccessivo della bevanda – pari ad un massimo di 5 tazzine al giorno – sarebbe in grado di diminuire l’incidenza delle morti premature per qualsiasi tipo di causa.
In particolare per diabete, morbo di parkinson, malattie cardiovascolari, neurologiche e persino suicidi.
Una buona notizia per gli amanti di questa bevanda, spesso al centro di ricerche e studi. Ad essere convinti di questo sono gli scienziati della prestigiosa Harvard University, che hanno condotto uno studio, tra i più vasti in assoluto su questa bevanda, coinvolgendo circa 160.000 persone di sesso femminile e 40.000 di sesso maschile, per 30 anni. Facendo compilare a tutti i volontari questionari sulle loro abitudini alimentari ogni 4 anni.
Ebbene dall’analisi dei dati raccolti i ricercatori guidati da Ming Ding, sono arrivati alla conclusione che i consumatori abituali moderati di caffè, ovvero quelli che ne consumano da 3 a 5 tazzine al giorno – hanno sofferto meno morti premature, sia bevendo la bevanda caffeinata che decaffeinata.
Però, maggiori benefici si sono avuti tra i volontari che assumevano le suddette quantità di caffe’ ogni giorno e non fumavano: tra di loro il rischio di morti premature era stato addirittura inferiore all’8-15%.
Per questo gli esperti spiegano che “Ci sono sostanze bio-attive nel caffe’ che riducono la resistenza all’insulina e le infiammazioni sistemiche, ci sono anti-ossidanti e magnesio”, sostenendo anche la necessita’ di nuove indagini per capire il meccanismo biologico della protezione ottenuta.
Pubblicato sulla rivista specializzata ‘Circulation’, il rapporto precisa anche che la caffeina ha un importante ruolo antidepressivo e per questo motivo si può pensare ad un effetto benefico nella prevenzione dei suicidi.