Il Papa inizia la sua seconda giornata a Nairobi in Kenya, abbracciando tutti i Capi delle diverse religioni cristiane (anglicana, evangelica, metodista, pentecostale, African Inland Church, animista e musulmana).
“Il Dio che cerchiamo di servire è un Dio di pace. Il suo santo nome non deve mai essere usato per giustificare odio e violenza”.
Ha sottolineato Francesco. Il rappresentante musulmano Abdulghafur El-Busaidy ha poi risposto dicendo che i leader religiosi hanno il dovere di promuovere giustizia, rispetto, amore, speranza. “E allo stesso tempo dire NO all’odio, all’ingiustizia, all’impunità, al ricatto, alla morte e alla distruzione. L’Islam non è questo”.
Bergoglio ha poi ricordato gli attentati che in questi anni hanno colpito duramente il Kenia, il più recente lo scorso aprile 2015, a Garissa dove furono massacrati miliziani islamici a Shabab, 147 studenti universitari.
“In una società democratica e pluralistica come questa, la cooperazione tra i leader religiosi e le loro comunità diviene un importante servizio al bene comune “ ha continuato ancora Francesco.
“So che è vivo in voi il ricordo lasciato dai barbari attacchi al Westgate Mall, al Garissa University College e a Mandera. Troppo spesso dei giovani vengono resi estremisti in nome della religione per seminare discordia, per seminare paura e per lacerare il tessuto stesso delle nostre società”.