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vittorio pisani

Vittorio Pisani, superpoliziotto da sempre in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata, dopo essersi difeso con tutte le sue forze, e aver dimostrato la sua completa innocenza, è stato nominato Dirigente superiore della Polizia di Stato (qualifica assimilabile alla mansione di Questore).

Pisani, che attualmente lavora al servizio Immigrazione nella capitale, dove ricopre un ruolo di Direttore, è stato, di recente, ricordato anche per l’ottimo lavoro svolto come Capo della Squadra Mobile di Napoli, nella fiction di Rai 1 “Sotto copertura”, che molto probabilmente avrà anche un seguito, per i grandi ascolti ottenuti. Stanò il superboss Antonio Iovine e catturò il super latitante Michele Zagaria, ma nonostante l’incredibile lavoro svolto, la sua integrità morale, il suo grande senso di sacrificio per il ruolo ricoperto, è stato costretto a subire accuse infamanti mosse da alcuni pentiti che lo hanno accusato di aver favorito gli imprenditori Iorio e Potenza nel riciclaggio di denaro sporco in alcuni locali del capoluogo partenopeo.

Negli ultimi anni la gogna mediatica si è abbattutta su Pisani, ma l’ex capo della mobile di Napoli ne è venuto fuori sempre a testa alta. Prosciolto da ogni accusa.

Anni certamente non facili per lui e famiglia. Chi lo risarcirà ora per quanto subito?

Poi ieri altra grande vittoria. Tre anni e sei mesi di carcere per Salvatore Lo Russo – l’ex boss del clan dei «Capitoni» di Miano, da anni collaboratore di giustizia – imputato per calunnia nei confronti dell’ex capo della Squadra mobile Vittorio Pisani, condannato dal giudice monocratico del Tribunale di Benevento, il quale aveva sostenuto di avere versato un’ingente somma di denaro all’ex numero uno di Napoli per ottenere favori e informazioni investigative.

Il verdetto è arrivato alle ore 17,30, dopo oltre tre ore di camera di consiglio. Lo Russo – detenuto in località protetta – ha rinunciato a presenziare in videoconferenza; in aula c’era solo il neo-questore Pisani affiancato dal difensore Vanni Cerino.

Si concluse così una triste e dolorosa pagina giudiziaria. Viene a decadere un’accusa infamante ai danni di un uomo, un grande servitore dello Stato e della comunità, che nel giugno del 2011 ha dovuto fae anche i conti con una custodia cautelare.