Perdita di capelli? Due farmaci già utilizzati nell’uomo per curare l’artrite reumatoide e un tumore del midollo potrebbero essere efficaci contro l’alopecia areata.
Le due molecole si chiamano tofacitinib e ruxolitinib e appartengono alla classe dei JAK inibitori. Sarebbero capaci entrambi di spegnere la reazione immunitaria che tiene sotto scacco i bulbi piliferi causando così la caduta dei capelli e talvolta anche di sopracciglia, ciglia, barba e peli in altre parti del corpo.
A dimostrarlo due sperimentazioni cliniche indipendenti, condotte negli Usa dai ricercatori di Yale e Stanford e dalla Columbia University.
I due studi, pubblicati su Journal of Clinical Investigation/Insight (JCI), hanno coinvolto un piccolo numero di pazienti, ma sembrerebbero confermare che i JAK inibitori potrebbero svolgere un ruolo chiave nella lotta all’alopecia.
La prima sperimentazione, coordinata da Yale e Stanford, che ha preso in esame 66 pazienti con alopecia areata, a cui sono stati somministrati 5 milligrammi di tofacitinib due volte al giorno per tre mesi, ha riattivato la crescita dei capelli in oltre la metà dei casi: un terzo dei pazienti è riuscito a riconquistare il 50% dei capelli persi.
La seconda sperimentazione, condotta alla Columbia University, ha invece arruolato 12 pazienti con alopecia areata moderata o grave, che aveva compromesso il 30% dei capilli. Su di loro i ricercatori hanno testato un altro JAK inibitore, chiamato ruxolitinib, già in uso contro la mielofibrosi, un tumore maligno del midollo osseo. Il farmaco è stato somministrato in dosi da 20 milligrammi due volte al giorno per un periodo di tempo dai 3 ai 6 mesi.
Ebbene, alla fine del trattamento, nove pazienti su 12 hanno mostrato una ricrescita pari ad almeno il 50%. Una ricrescita nel 77% dei cadi pari quasi al 95%.
Gli scienziati auspicano ora di poter riuscire a capire se tali risultati possano essere duraturi nel tempo.c