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apnee notturne

Il 17 marzo si celebra la Giornata mondiale del Sonno: “No a pc, tablet e smartphone prima di andare a letto”.

In Italia, circa il 20% della popolazione assume sonniferi contro l’insonnia. Per molte persone è una vera e propria terapia, tant’è che ricorrono a rimedi naturali cercando di applicare le regole del dormire bene o mettere in atto tecniche di rilassamento.

Ebbene il messaggio che si vuole dare in questa giornata mondiale del sonno è di prevenire l’insonnia o trovare tecniche di rilassamento, terapie mirate, problemi di respirazione.

La Sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (Osas), comporta
una eccessiva sonnolenza diurna e quindi un aumento dei rischi per gli incidenti d’auto e infortuni sul lavoro. A rilevarlo sono gli esperti riuniti a Milano in questi giorni per sensibilizzare la popolazione in occasione della Giornata Mondiale del Sonno che si celebra il 17 marzo.

Le implicazioni delle Osas sulla sicurezza, in particolare in ambito stradale, “sono state oggetto di diversi studi: la guida distratta o indecisa, cui fa capo anche la sonnolenza, e’ causa di 1 incidente su 5 – hanno spiegato gli specialisti – incidenti spesso molto gravi che, come evidenziato dall’Aci, comportano un rischio di mortalita’ piu’ che doppio rispetto a quelli determinati da altre cause, tanto che almeno un incidente mortale alla settimana e’ imputabile al sonno”.

Le apnee ostruttive, ha chiarito Claudio F. Donner, medico pneumologo e presidente di Fondazione Mondo Respiro, “sono un disturbo estremamente frequente: si stima che interessino il 24% degli uomini e il 9% delle donne di mezza eta’. Tuttavia solo nel 4% degli uomini e nel 2% delle donne il disturbo ha una gravita’ tale da richiedere una terapia: in Italia i pazienti che ne avrebbero bisogno sono 1,6 milioni”. “In Italia la patologia, oltre che poco conosciuta, e’ poco diagnosticata – ha concluso Andrea Benedetti, Business Manager di App4Health, organizzatore dell’incontro – a fronte dell’88% di pazienti in cura in Francia, all’85% in Germania o al 71% in Spagna, i pazienti con Osas in terapia in Italia sono solo il 17%. Questo significa la presenza di una grande quantita’ di persone, in prevalenza uomini, che stanno mettendo a rischio senza saperlo la propria salute e la propria sicurezza oltre che, in certa misura, anche la sicurezza altrui”.