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Grano e orzo provenienti dall’Europa occidentale sono serio pericolo, secondo gli esperti. Che temono che nel prossimo futuro, entro la fine del secolo attuale, la loro produzione possa sensibilmente diminuire di un terzo, a causa di effetti devastanti dovuti ai cambiamenti climatici.

A lanciare l’allarme i ricercatori delle università di Davis (California) e Cornell (New York), che hanno pubblicato un recente studio sulla rivista scientifica Environmental Research Letters.

Invertire il trend, secondo i ricercatori è ancora possibile. Grazie agli sviluppi futuri della tecnologia che potrebbero compensare con la maggior parte degli effetti negativi del clima.

La ricerca ha analizzato infatti i dati meteorologici compresi tra il 1950 e il 2015 e i dati relativi ai corrispondenti raccolti di frumento e orzo avvenuti in Francia.

In particolare, lo studio in questione, si è focalizzato su tre tipi di coltivazioni: il grano invernale, l’orzo invernale e l’orzo di primavera.

Ebbene, attraverso l’utilizzo di modelli statistici, gli scienziati hanno evidenziato alcuni possibili effetti negativi del riscaldamento globale sulla produzione agricola, verificando gli effetti di temperature estremante elevate o troppo basse rispetto alla media sui rendimenti dei raccolti.

Tale studio, come sottolineano gli esperti, evidenzia che il grano è la più importante oltura mondiale e, insieme al riso, rappresenta una delle più sostanziali fonti alimentari e caloriche per la vita umana.

Pertanto, entro la fine di questo secolo il clima potrebbe contribuire a ridurre i raccolti di grano del 21% e quelli di orzo del 17,3%, nel periodo invernale. L’orzo si ridurrebbe poi del 33,6% nel periodo
primaverile. Ma c’è di più. Secondo i ricercatori, sarebbe possibile puntare su modelli di produzione e alimenti innovativi e alternativi, come ad esempio a colture più tolleranti al caldo.